PRODUZIONI FUORIVIA
presenta
PIRÈTA E É LÒPP
la favola romagnola di PIERINO E IL LUPO
di Sergej Sergeevic Prokofiev
ideazione di
IFIGENIA KANARÀ
in scena
IVANO MARESCOTTI e QUINTORIGO
Valentino Bianchi – Sax
Andrea Costa – Violino
Gionata Costa – Violoncello
Stefano Ricci – Contrabbasso
adattamento e direzione musicale
QUINTORIGO
adattamento drammaturgico
e direzione teatrale
IVANO MARESCOTTI
Molti si sono cimentati nella lettura e rilettura di Pierino e il Lupo, opera musicale di Sergej Sergeevic Prokofiev, ma solo la genialità di Ivano Marescotti poteva dare vita a una versione dialettale della celebre favola; ancora più geniale la scelta di affidare l’adattamento musicale ai poliedrici Quintorigo, che rileggono l’opera spaziando dal rock, al jazz, al reggae in quello stile unico che da anni li caratterizza.
Il dialetto ovviamente è quello romagnolo, lingua madre di Ivano Marescotti da Bagnacavallo provincia di Ravenna e terra natia dei Quintorigo, cresciuti a piada e note musicali tra Cesena e Ravenna. Si tratta però di un romagnolo comprensibilissimo e Ivano è abile a farci entrare con naturalezza nelle sonorità e nel mondo di Romagna.
Uno spettacolo in cui si coniugano a perfezione divertimento, ironia e musica d’autore. Una favola per bambini, adatta anche ai grandi, che nonostante il dialetto, come sottolinea lo stesso Marescotti, grazie alla sua complessa semplicità, diventa comprensibile a chiunque.
Le scenografie dello spettacolo sono state realizzate dai bambini e dai ragazzi che frequentano i Centri Diurni dei Villaggi SOS di Vicenza e Saronno, gestite da SOS Villaggi dei Bambini, organizzazione internazionale che si occupa di bambini privi di cure parentali, presente con i propri villaggi in 131 paesi del mondo.
IL PROGETTO
Pierino e il Lupo, per voce recitante e orchestra, op. 67, è una fiaba musicale per bambini che Prokofiev compose su proprio testo nel 1936, quasi a voler evadere, con un geniale gioco, dalle violente problematiche che imperversavano allora in Unione Sovietica sul ruolo e le funzioni della musica. Essa ha lo scopo non solo di divertire, ma anche di esercitare i ragazzi a riconoscere, attraverso il racconto, i vari strumenti dell’orchestra; infatti ciascun personaggio è rappresentato da un differente strumento e ha un suo tema conduttore.
Quindi la favola di “Pierino e il lupo” fu concepita con un fine didascalico. I personaggi sono 7 e un’avvertenza dell’autore, in testa alla partitura, suggerisce: “ogn’uno dei 7 personaggi del racconto è rappresentato da un diverso strumento: l’uccellino dal flauto, l’anitra dall’oboe, il gatto dal clarinetto, il nonno dal fagotto, il lupo dai tre corni, Pierino dal quartetto d’archi e gli spari di fucile dei cacciatori dai timpani e dalla grancassa. Prima dell’esecuzione orchestrale è consigliabile mostrare ai bambini gli strumenti e suonare i singoli motivi: così i bambini durante l’esecuzione, impareranno a individuare il tipico timbro degli strumenti”.
Come si nota l’unica parte senza particolare indicazione è quella del narratore. La parte più libera, la meno prevedibile: quella che, affidata alla libera creatività del singolo esecutore tendeva a modellare, secondo il suo carattere e il suo stile, lo stile, il carattere e la finalità dell’operina.
La proposta di affidare l’interpretazione musicale a un gruppo poliedrico, dal punto di vista delle sonorità, come i Quintorigo rovescia decisamente questa impostazione. La forte personalità di ogni singolo musicista e la particolarità dell’inventiva e della tecnica musicale, tipica di questo gruppo, fa dello spettacolo un evento straordinario.
La parte affidata alla “voce recitante” tuttavia non sarà da meno: Ivano Marescotti ha liberamente tradotto dal russo al dialetto romagnolo il testo di Prokofiev. La scelta di interpretare Pierino e il lupo in romagnolo (Pirèta e é lòpp) deriva dal fatto che la storia è talmente semplice che anche chi non afferra il dialetto è in grado di seguirla. Il linguaggio utilizzato quindi si trasforma anche in questo caso in una occasione sonora, musicale, alla pari degli altri strumenti. Una sorta di gramelot sonoro integrato perfettamente nella interpretazione jazz dei musicisti. Non si tratta dunque di una “voce” fuori campo recitante, l’attore offre qui una performance fisica coinvolgente, una sorta di cartone animato che spazia per tutto il palco e coinvolgendo i musicisti stessi nell’azione. Il divertimento per i piccoli è assicurato ma soprattutto gli adulti trarranno grande godimento da uno spettacolo di alto valore musicale e teatrale.
GLI ARTISTI
Ivano Marescotti:
Attore dal 1981, si dedica al teatro lavorando fra gli altri con Leo De Berardinis, Carlo Cecchi, Mario Martone, Marco Martinelli, Thierry Salmon, Armand Gatti, Santagata e Morganti, Giampiero Solari, Giorgio Gallione, Sergio Fantoni, Giorgio Albertazzi.
Nel 1989 incontra Silvio Soldini ed eserdisce nel cinema con il film “L’aria serena dell’Ovest”, e da allora si dedica prevalentemente al cinema, senza però mai chiudere la porta al teatro.
Seguiranno una quarantina di film: da “il muro di Gomma” di Marco Risi a “Jhonny Stecchino” e “il Mostro” di Roberto Benigni, da “Dichiarazioni d’Amore” di Pupi Avati a “Strane Storie” di Sandro Baldoni a “Luna e l’altra” di Maurizio Nichetti, “La lingua del Santo” di Carlo Mazzacurati, “Asini” e “Delitto Impossibile” di Antonello Grimaldi, ai film internazionali “Mario and the magicien” di Klaus M. Brandauer, in Germania, e con i premi Oscar Antony Minghella in “Talented Mr Ripley”, Ridley Scott in “Hannibal” e in “King Arthur” di Antoine Fuqua, “The Moon and the Stars” di John Irvin.
È presente in importanti fiction televisive di successo come “Raccontami”; “Pantani” e la più recente “I Liceali”.
In questi anni però non ha mai lasciato il teatro, facendo un approfondito lavoro di recupero del dialetto romagnolo, portando in scena i testi del grande poeta Raffaello Baldini con “Zitti Tutti”, “Carta Canta”, “Furastìr”, per poi rileggere e riscrivere alla sua maniera grandi come “Dante, un patàca” ispirato alla Divina Commedia, “Bagnacavàl”, una contaminazione tra il “basso” dialetto romagnolo e l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, “Il Silenzio Anatomico” su testi di Raffaello Baldini, e “babe-lè” spettacolo internazionale coprodotto con la Comunità Europea.
Nastro d’argento 2004, per il film cortometraggio “Assicurazione sulla Vita” di Carboni-Modigliani.
Medaglia d’oro: “Lectura Dantis” 2007, assegnata dalla società dantesca italiana.
Quintorigo:
La band, fin dalle origini concepita come ensemble di tre strumenti ad arco, un sassofono ed una voce, muove i suoi primi passi verso la metà degli anni ’90, maturando le tecniche di arrangiamento applicate al rock d’autore ed esibendosi come inconsueta cover-band nei club dell’Emilia-Romagna.
Le prime “illustri vittime” delle loro insolite rielaborazioni sono, per citarne alcune, Beatles, Hendrix, Deep Purple, Nirvana, ma anche Area, Battiato e poi Mozart, Rossini, ma anche Davis, Hancock. Lo studio dei Maestri del passato conferisce loro dimestichezza e facilità nel superare il congenito gap percussivo-armonico, ed arrangiare (filologicamente o con totale e dissacrante libertà) diventa una sfida, un banco di prova, un’arte che i Quintorigo elaborano a modo loro. E che ben presto porta all’urgenza di scrivere materiale inedito. La fede nel progetto e l’onestà intellettuale del gruppo li porta a tentare concorsi e festival, prima locali, poi nazionali.
Arrivano così le prime conferme: 1° posto ad Arezzo Wave ’98, premio della critica e per il miglior arrangiamento a Sanremo ’99, premio Tenco, lo stesso anno, come miglior opera prima, miglior arrangiamento a Sanremo 2001… per citarne alcuni, fino ad arrivare ai riconoscimenti dell’ultimo lavoro: premio come miglior formazione dell’anno 2008, conferito da Top Jazz.
In più di dieci anni di carriera i Quintorigo hanno trasformato la loro passione per la musica in un lavoro vero e proprio, realizzando decine di tournée, migliaia di concerti, seguiti da un pubblico colto ed affezionato (memorabili e prestigiose le partecipazioni al Primo maggio a Roma, al Premio Tenco, al Premio Ciampi, Umbria Jazz, Premio Recanati, Alterfesta di Cisternino, Mittelfest di Cividale). Parallelamente il lavoro discografico: almeno otto CD, da Rospo del ’99, ai recentissimi Quintorigo play Mingus, Le Origini, English Garden e l’ultimo Quintorigo Experience
Sterminato l’elenco delle collaborazioni. Con particolare commozione e affetto i Quintorigo amano citare, fra i tanti, Carmen Consoli, Ivano Fossati, Franco Battiato, Enrico Rava, Antonello Salis, Roberto Gatto, Gabriele Mirabassi, Maria Pia De Vito.
I Quintorigo hanno inoltre contribuito alla causa sostenuta da AMREF, effettuando diversi concerti in cui si sono raccolti fondi e si e’ divulgata l’ attivita’ della organizzazione umanitaria. Un’altra realta’ impegnata nel sociale a cui sono vicini i Quintorigo e’ Greenpeace, che li ha visti tra l’altro protagonisti per la festa di compleanno per i vent’anni di attività dell’associazione con un incredibile concerto durante la Notte Bianca a Roma. La band è stata inoltre premiata come MIGLIORE BAND JAZZ DEL 2008 dal prestigioso premio TOP JAZZ, indetto dalla rivista MUSICA JAZZ ed ormai universalmente considerato come il più importante riconoscimento italiano in ambito jazz.
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PROUDUZIONI FUORIVIA
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